23.1.03


Internet non è affidabile
Ieri sera stavo "sbobbinando" un'intervista a Vittorio Zambardino di Kataweb. L'intervista era nella mia storica cassetta che contiene anche altri lavori che ho fatto in passato: ho riascoltato Gregoretti, Ezio Mauro e il bellissimo incontro con Francesco Piccolo (non conoscevo questa persona e ne sono rimasta affascinata). Mi è venuto in mente che questa cassetta contiene anche un'intervista "non fatta": è quella con Daniele Luttazzi. Mi piace molto come "satiro" e l'ho visto tre volte a teatro. Nell'ultimo caso io non ero andata a teatro nelle vesti di "giornalaia/ista" ma ero lì per sostenere Emergency. Come di routine si chiede al personaggio famoso se alla fine dello spettacolo vuole ricordare che davanti al teatro c'è lo stand di Emergency. Moltissmi l'hanno fatto: alcuni hanno addirittura indossato la maglietta alla fine dello spettacolo.

Parlando con Luttazzi lui ha gentilmente declinato l'invito (va bene, nessun problema) e dopo un paio di richieste però ci ha dato almeno l'autorizzazione a rimanere con il nostro stand. Poi, dopo che me lo avevano presentato, mi sono fatta avanti e gli ho chiesto se avesse cinque minuti di tempo per me per fare due chiacchiere. Mi ha risposto: "Mi dispiace, non rilascio interviste che vanno pubblicate su Internet perchè non è un mezzo che si può controllare". E io che mi ero fortemente indignata quando l'hanno cacciato dalla Rai: mi sembrava un duro attacco alla libertà d'informazione. Mi rendo conto che lui usciva da un pessimo periodo: era ancora sotto le ire dalla Rai (et alter) e tutelarsi era d'obbligo. Ciò non toglie che mi è sembrato un atteggiamento molto poco affine a quella "libertà d'informazione" per cui si stava battendo.

E' successo qualcosa di simile a quello che racconta Alberto Papuzzi nel suo "Manuale del giornalista". Nel capitolo "Il giorno che Marcuse" racconta del suo incontro negli anni 60 a Venezia con il filosofo. Era stata indetta una conferenza stampa ma Marcuse non c'era: si presentò il suo addetto stampa. Intanto Papuzzi vide Marcuse scendere nell'entrata dell'albergo con la moglie e alcuni giornalisti corsero verso di lui riempiendolo di domande.

"ll filosofo della contestazione non ci rispondeva nè ci guardava. Tirava dritto, offrendo il braccio alla moglie, un pò impettito e molto seccato. (...) Decisamente infastiditi, Marcuse e signora fanno un perfetto dietrofront e rientrano in albergo".

Prosegue Papuzzi: "Qual era la vera notizia di quel giorno? Che l'autore de "L'uomo ad una dimesione, il collaboratore di Horkheimer, il pensatoreche denunciava la non-libertà delle società industriali avanzate, appariva così vincolato da un contratto editoriale in esclusiva da rifiutare qualsiasi altro rapporto, mostrandosi di fatto prigioniero delle leggi del mercato e della concorrenza.Il critico del sistema dei controlli dentro un sistema di controllo".

E' successo lo stesso con Luttazzi? Forse si (il paragone è forzato, ma la situazione è la simile n.d.r.). Un satiro sferzante come lui si è spaventato perchè Internet non è un mezzo "contrallabile" (denunciabile). Premetto che non mi ha chiesto nemmeno per chi scrivessi e se la mia fosse una testata registrata. Fine della satira.